giovedì 15 settembre 2016

17/08/2016 Chiang Mai Doi Suthep e Via degli Artigiani

Lo so, la parte più divertente per voi, tragica per noi, di questo viaggio è stata la Cambogia, da questo momento le disgrazie, di nuovo bene per noi, male per voi, sono un pò diminuite, per cui magari la narrazione perderà un pò, ma d'altra parte è quello che ci è successo.
 Tornando quindi alla narrazione...
La nostra prima mattina al Chedi Home non potrebbe inziare meglio!! Il menù della colazione non è ricchissimo, ci sono le uova, i pancake ed il muesli con la frutta, che hanno provato a prendere Silvia e Gionny e che non potete capire, 6kg di frutta con 2kg di yougurt, una roba impossibile, quando ho visto quello che hanno portato immaginavo fosse come minimo per due persone!!
Cosa più importante però, ci portano un loro dolcetto tipico, il riso cotto nel latte di cocco avvolto nella foglia del banano, Marco lo guarda subito con sospetto, prova ad assaggiarlo, e decide che me lo devo mangiare io, beh per me è davvero buono!
Già preoccupata perchè non avevo pensato di ordinare la frutta, perchè, cerchiamo di essere chiari, qui mi sarei rifiutata di mangiare ancora banane, vedo arrivare un piatto gigante di frutta mista tra cui i famosi e da noi adorati Mangostani. Si, questo posto ci piace proprio un sacco, abbiamo anche dormito benissimo nel nostro enorme letto.
Alle 9.00 arriva puntuale il nostro taxi e non so perchè ci aspettavamo un uomo, invece si presenta una donna.
Io, Silvia e Gionny siamo dietro, Marco si siede davanti, Silvia si gira e mi dice : "Dici che dobbiamo avvisarla che probabilmente si romperà la macchina?"  "Noooo!! Dai magari non succede!" Certo in realtà speriamo che non succeda, di certo non diamo più per scontato che vada tutto bene!!
Tempo 10 minuti di strada e la tipa inizia a starnutire come una matta, vi dico solo che ora di sera stava veramente male.
Perfetto, abbiamo fatto grandi passi avanti...ma in senso negativo, siamo passati da danni a cose inanimate a fare dei danni agli esseri viventi, siamo pericolosi!!
In più, per tutta la giornata, abbiamo avuto paura di ammalarci anche noi, io il fluimucil l'avevo quasi finito e senza sono morta!!
Natisha, così si chiama, è molto carina, non ci porta semplicemente in giro, ci fa anche un pò da guida, le diciamo che contrariamente a quanto previsto, abbiamo pensato di fare il tempio nel pomeriggio, abbiamo letto su un blog che, almeno in teoria, dovremmo trovare meno gente, lei pare d'accordo con noi per cui come prima tappa andiamo a vedere la fabbrica degli ombrelli di carta nel villaggio di Bo Sang.
Gli ombrelli vengono prodotti con la seta, il cotone e la carta del gelso, gli ombrelli sono tutti dipinti a mano.










Osserviamo tutti i processi della lavorazione e ovviamente non usciamo senza il nostro ombrellino, scelto tra questi, rigorosamente in carta!!
Risaliamo in macchina e Natisha ci porta alla fabbrica della seta dove ci danno una bellissima spillina con un piccolo bocciolo fatto con la seta, evvai, un'altra cosa da incollare sul diario di viaggio. Una volta entrati siamo guidati da una signorina che ci illustra, in inglese, tutto il ciclo produttivo, con un solo baco producono 500 mt di filo da tessere.
Qui vediamo come producono gli articoli con la seta



Certo le giacche qui sopra sono solo per i thailandesi, chi di noi si comprerebbe una di queste ? I foulard però sono stupendi e ne compro uno per Natale per mia suocera, non vi preoccupate, lo dico perchè tanto lei non leggerà mai questa pagina!!
Usciti dal Thai Silk Village ci rendiamo conto che è veramente presto, eravamo convinti che ci avremmo messo molto più tempo, a questo punto decidiamo di farci portare al Bai Orchid and Butterfly Farm e qui all'entrata altra spilla però con un'orchidea!!
Ora immaginate i nostri 3 fotografi perso in un mondo di fiori e colori, insomma ad un certo punto io e Natisha ci siamo sedute
Ed ecco un pò di orchidee









Ed ecco l'orchidea con la faccia sorridente
Finalmenti, dopo aver fotografato ogni singola orchidea, i nostri fotografi si dichiarano soddisfatti e possiamo proseguire.
Entriamo in una specie di serra che contiene le farlalle, all'inizio ce ne sono davvero poche, ma ad un certo punto arriva un tipo con un cestino e letteralmente scaraventa fuori una miriade di farfalle





Pare che le farfalle non abbiano alcuna paura



Quando finalmente reputiamo di averne avuto abbastanza, chiediamo a Natisha se ha un posto carino dove portarci a mangiare, e vista l'esperienza con Makara, le specifichiamo che non costi troppo, ci risponde che sa dove portarci, un posto che è nella media.
Il posto si trova proprio di fianco ad una bakery, il che non va assolutamente bene, perchè sappiamo già che prenderemo il dolce!!
Per antipasto ci portano dei bocconcini di pollo fritto e l'insalata di papaya. Il pollo è molto buono, l'insalata di papaya è piccantissima,  meno male che c'è del riso che placa un pò il bruciore, in più ci viene in mente che lo scorso anno Bruno ci aveva raccomandato di non mangiarla in giro perchè a volte gli stranieri stanno male, ma siamo in un ristorante no ? Poi abbiamo fame...
Arrivano i piatti che abbiamo ordinato e prima di concludere ci alziamo e andiamo alla bakery a comprarci delle fette di torta che sono davvero spaziali, Natisha sembra più golosa di noi, cosa che è quasi da non credere, anche perchè i dolci in Thailandia praticamente non esistono, ma pare che uno dei piatti italiani che ama di più sia il tiramisù, il che la dice lunga.
Chiediamo il conto e stentiamo a crederci, paghiamo 404 bath, ossia 10 euro, in 5??? Pazzesco...meno male che era nella media, se ci portava in un posto economico chissà!!
Soddisfatti del pranzo e soprattutto del conto, saliamo a 1000 metri per visitare il Doi Suthep mentre Natisha sta ormai soffiando fuori il cervello.
Il Wat Phra That Doi Suthep è il santuario più venerato del nord, la leggenda narra che il re Ku Na, dovendo trovare un posto per una reliquia, la mise in un reliquiario sistemato sul dorso di un elefante bianco e aspettò di vedere dove si sarebbe diretto : l'animale scalò il Doi Suthep, barrì tre volte, si voltò altrettante volte, s'inginocchiò e morì, indicando in tal modo che quello era il posto prescelto.
Ecco l'elefante

 Saliamo al tempio con la funivia, proprio non ce la possiamo fare a salire 300 gradini, e visitiamo la terrazza inferiore da cui si dovrebbe vedere tutta Chiang Mai e le pianure circostanti...si dovrebbe, se non ci fosse la nebbia ovviamente, nebbia che sale dalla città verso di noi, come in un libro di Stephen King, in un modo davvero inquietante. Ad un certo punto era ai nostri piedi, lo so ho letto troppi libri di King, ma io non ero per niente tranquilla sopratutto quando ho visto che iniziavo a non vedermeli i piedi! Cosa si poteva celare nella nebbia? Io non voglio saperlo!!
Il sunto è : niente foto del panorama.


 Le vedete queste bellissime campane ? Ci sono vari cartelli con su scritto di non suonarle ma secondo voi chi li rispetta? Noi! La miriade di cinesi, invece, se le litigavano, una ragazza ci stava assordando, le ho chiesto di leggere il cartello, mi ha chiaramente ignorato e con aria di sfida ha continuato suonandole una per una, ci voleva che una iniziasse a dondolare seriamente e le finisse in faccia.







L'esplosione di oro qui sopra è il Chedi , e le foto sotto, fanno parte della terrazza superiore che è visitabile solo togliendosi le scarpe.
E' tutto un abbagliante combinazione di oro, verde e rosso




Quando scendiamo, tanto per cambiare, Natisha si sta soffiando il naso, iniziamo a preoccuparci, tanto che le chiediamo più volte come sta, ma si da un contegno e ci informa che ci porterà a vedere la fabbrica della giada.
Qui, stentiamo a crederlo, ci accoglie una persona che parla italiano, ci portano a vedere un filamto in italiano in cui ci viene spiegato come si lavora la giada e i vari tipi esistenti.
 Anche qui assistiamo ai vari processi della lavorazione a cui segue ovviamente l'accesso al negozio, partiamo poi per rientrare in hotel, ma non prima di aver passato mezz'ora in mezzo al traffico.
Il bilancio della giornata è sicuramente positivo, la macchina non si è rotta, certo ci dispiace un pò per Natisha, che ormai sembra frebbricitante!!
Questa sera abbiamo deciso di andare al Night Market, la sera precedente abbiamo esplorato la parte a destra della porta, stasera andremo a sinistra e cercheremo li qualcosa da mangiare.
Facciamo appena in tempo ad arrivare alla suddetta porta di Tha Phae e ops, mi si rompe una scarpa!!
Perfetto, questa ci mancava!! Intanto che io e Marco torniamo in hotel Gionny e Silvia cercheranno dove andare a mangiare.
Arrivati al punto pattuito per l'incontro, ci dicono che hanno trovato un buon posto per mangiare, stasera club sandwich e finita la cena ci dirigiamo a piedi verso il Night Market.
Ci ritroviamo a fare delle strade che non vi dico, completamente buie, con i marciapiedi quasi inesistenti e i i motorini che ci facevano il pelo, perchè in Thailandia bisogna anche ricordarsi che viaggiano all'inglese!!
Riconosciamo le bancarelle dove abbiamo comprato le pashmine lo scorso anno, che cosa strana!
La strada è un delirio,  c'è un sacco di gente, si fa fatica a camminare, ovviamente vendono di tutto, dai falsi d'autore ai tipici souvenir, certo è che ne usciamo frastornati e accaldati, come se non bastasse decidiamo di tornare a piedi e arriviamo in hotel completamente distrutti.
Chiaccherando per pianificare la giornata di domani, ci rendiamo conto che in realtà abbiamo già fatto molto di quello che avevamo in programma, tanto che siamo un pò sprovvisti di cose da fare, da non credere vero?
La verità è che da casa avevamo programmato una gita sul Ping, il fiume di Chiang Mai, ma parlando con Natisha ci siamo resi conti che è tutto costruito a favore del turista e le fattorie che si vanno a visitare, non sono esattamente fattorie operative ma messe in piedi solo per i turisti, per cui decidiamo di rinunciare e quindi eccoci qui...a piedi.
Decidiamo quindi di incontarci verso le 10.00, tanto vale riposare un pò di più.




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