giovedì 26 ottobre 2017

13/08/2017 Anuradhapura

Alle 8 siamo tutti pronti, il momento del check out diventa però un circo, noi ci abbiamo provato chiedendo i conti separati, ma il grande capo non c'è per cui hanno fatto un unico conto, e qui inizia uno spettacolo che...neanche i migliori matematici...io e Gionny ci incasiniamo da paura, spariamo numeri come dei mitragliatori, cercando poi di capire come recuperarli e metterli in un qualche ordine logico.
Il tutto nasce dal fatto che ci mettono in mano una ricevuta con indicato in alto l'importo totale in dollari mettendo 70 per le tre stanze, quindi va semplicemente diviso per 3, ma prima dobbiamo convertire i 70 dollari in rupie e... invece no! Perché nei 70 ci sono compresi i 10 dollari per il letto/brandina militare di Arianna, togliamo quindi 10 dollari, convertiamo i 60 in rupie e noi aggiungiamo i 10 dollari convertiti e... finito?
No perché ci sono anche le colazioni!
Quindi si ricomincia, prendi l'importo...dividi 3...sottrai...aggiungi...moltiplica...oddio abbiamo perso il conto!!
Ed è  a quel punto ci accorgiamo che loro hanno già convertito tutto in rupie e...hanno anche già diviso le camere dalle colazioni !!
Bastava prendere il costo delle stanze, senza i 10 dollari, e dividerlo in tre ed il costo delle colazioni e dividere per 7,  i tipi dell'hotel, impietositi, ci danno carta e penna e dopo mezz'ora ne veniamo a capo con grande costernazione da parte di tutti gli altri e della nostra guida per la visita di oggi, che è già arrivata, e che confessa a Thari di avere paura di noi. Come dargli torto? Ci siamo imbarcati con dei calcoli che non fanno neanche per far decollare lo shuttle!!
Partiamo con il nostro van e seguiamo la guida che è davanti con il tuk tuk. Prendiamo i biglietti e seguiamo diligenti la guida che però si è già impossessata dei nostri biglietti, io e Silvia ci guardiamo al volo : "Ma lui lo sa che dopo deve ridarceli vero?"
Anuradhapura fu la prima capitale dello Sri Lanka, pare che la città sia stata occupata per ben 3.000 anni dal 377 a.c, finché fu rasa al suolo dagli invasori indiani nel 993. Contava decine di monasteri, ed era abitata da più di 10.000 monaci, una delle città monastiche più grandi mai esistite.
Il più vecchio monastero della città, il Mahavihara, è tuttora meta di pellegrinaggio, come si può ben vedere











Ci spostiamo quindi alla Dagoba di Ruwanwelisaya, si crede custodisca le reliquie del Buddha, alta oggi 55 metri, meno dell'altezza originaria, la facciata è decorata con elefanti a grandezza naturale, gli elefanti sorreggono la piattaforma su cui è costruita la dagoba.



IL SELFIE


IL NASTRO E' LUNGO QUASI 300 METRI
Arriviamo poi alla Dagoba di Jetavana, in mattoni rossi. In origine era alta 120 metri, è la struttura più alta e più grande realizzata interamente in mattoni sulla terra. La dagoba ha perso la parte più alta, compresa la sommità del pinnacolo e misura 70 metri.

Visitiamo i resti di un refettorio e  di templi vari, vediamo le pietre lunari





LA PIETRA LUNARE DEL PALAZZO DI MAHASENA


SAMADHI BUDDHA




L'INGRESSO DEL PALAZZO REALE





L'ultimo che visitiamo è Thuparama, la prima dagoba dello Sri Lanka, alta meno di 20 metri, le colonne ad altezza decrescente, sorreggevano un tetto che non esiste più, qui siamo già alla frutta per cui fotografiamo e ce ne andiamo.



Il sito non è male, il problema è la guida in inglese, capiamo quasi tutto...ma quasi, ad esempio dopo un po' capiamo che "busi" sta per "b.c" ossia before christ, in più se non si vuole perdere tanto tempo, l'ideale è la macchina, come abbiamo fatto noi.
L'altra rottura è il doversi continuamente togliere e mettere le scarpe, anche nei posti più impensati.
Salutiamo la nostra guida e andiamo a pranzare da Hervest cafè, trovato su internet, sembrava un posto grande ed internazionale (storia già sentita), ma ci ritroviamo in un posto che è un buco con al massimo 4 tavoli.
Il bagno è pulito ma ha la carta igienica fuori, per cui quando Arianna va a fine pasto...passa un po' di tempo e Marco mi dice "Ma Arianna e ancora in bagno?" Cavoli è vero!  Non faccio in tempo a pensarlo che mi arriva un messaggio, poco esplicativo "Mamma"  sto per alzarmi quando mi chiama "Sto arrivando!" " Mi serve la carta igienica, la Coca Cola ha fatto effetto!"
Ora, lasciando perdere l'effetto che la Coca Cola ha sua mia figlia, questa usanza della carta fuori dal bagno, c'è anche in Thailandia e proprio non la capisco, uno prende la carta igienica che pensa gli serva, ma se poi succede che deve fare anche altro? Che si fa, esce con i pantaloni abbassati a prenderne dell'altra?
Finito il pranzo, iniziamo  l'avventura per prelevare, qui si paga tutto in contanti per cui i soldi finiscono alla velocità della luce. Io e Silvia partiamo da un primo sportello, dove facciamo vari tentativi senza successo, il bellissimo sportello è però bastardo, prima ci illude salutandoci con calore, appena mettiamo tessera e pin viene fuori una bella scritta "Buongiorno Luana Prisciantelli " e tu pensi wow, poi però i soldi non te li vuole proprio dare e dopo tre tentativi continua a dirci che non siamo autorizzate a fare operazioni, dobbiamo sembrare un po' perse, anche perché ci sono 4 apparecchi e ciondoliamo da uno all' altro nella speranza di uscire con i nostri soldi, così arriva una guardia che ci guarda con pietà e ci fa capire che lì non possiamo prelevare, dobbiamo andare in una banca più avanti.
Proseguiamo quindi per la la stessa strada e finalmente troviamo uno sportello che molto magnanimamente, ci da i nostri soldi, anche senza salutarci.
Ok possiamo partire per Nilaveli. Ormai vicini alla meta, non si sa come, ma finiamo nuovamente su una strada sterrata, è proprio vero ho trovato gli hotel con il lanternino!!


Una volta trovato il posto, tocchiamo con mano cosa voglia dire la mal sopportazione tra singalesi e tamil, che è stata la causa della guerra civile, perché quello che leggi sui libri è una cosa, ma vedere che i proprietari della struttura non capiscono, o fanno finta di non capire il singalese e si rifiutino di parlare con Thari e Dilu è davvero agghiacciante.
In realtà Thari ci aveva raccontato di quando lavorava in San Babila e ha conosciuto una ragazza del suo paese, stavano parlando, quando lui le ha detto di essere singalese lei gli ha detto che non poteva più parlargli perché invece lui era Tamil.
Quando riusciamo ad avere tutti la stanza, perché il tipo aveva deciso che la nostra stanza era la 6, ma la porta non voleva saperne di aprirsi e dopo un po' si è finalmente arreso, o forse ha capito che ahimè, quella stanza era di qualcun altro, decidiamo di finire la giornata in spiaggia e ci facciamo un bagno, l'acqua è caldissima, il mare un po' mosso, per cui tanto divertimento!!
Le stanze sono spaziose, nella nostra ci sono tre letti, il bagno è sempre relativamente piccolo e con pochi appoggi, ma ormai ci siamo abituati.
Per cena la scelta è abbastanza ridotta, non possiamo far altro che scegliere un posto sulla spiaggia, peccato che la nostra cena diventi un'odissea.
Alle 20 ci sediamo e dobbiamo chiamarli per venire a prendere almeno l'ordinazione delle bevande, perché ovviamente, ci stanno ignorando.
Dopo 15 minuti finalmente arrivano, ma dobbiamo attendere altri 15 minuti per avere le nostre ordinazioni.
Mi guardo intorno e vedo dei tedeschi di fianco a noi, che mentre aspettano di mangiare, giocano a carte, forse avremmo dovuto insospettirci, insomma... chi va al ristorante con le carte?
Finalmente ordiniamo anche da mangiare e alle 21.10, quindi un'ora dopo che ci siamo seduti, ancora non hanno portato nulla, siamo riusciti anche a fare a turno una passeggiata sulla spiaggia ma finalmente ai tedeschi hanno appena portato da mangiare.
Alle 21.15, ormai anche incavolati, sentiamo una goccia, non abbiamo il tempo di finire di realizzare che forse sta per piovere, che inizia il diluvio universale, per cui raccattiamo sedie e bevande, mentre i poveri tedeschi, che avevano appena messo via le carte a favore del cibo, si vedono portare via i piatti e vi dico già che non li rivedranno più, peccato che non abbiano neanche più lo spazio per giocare a carte!!!
Ci ritroviamo quindi al coperto, stipati come delle sardine, con tavoli e sedie bagnati, i bicchieri tutti mischiati, insomma arriviamo alle 21.30 e ancora non arriva nulla, ormai siamo pronti ad andarcene, quello che ci frega è che sappiamo già che ci toccherebbe rimanere a stomaco vuoto.
Alle 21.40 arrivano finalmente i primi piatti e vi dirò, sono anche buoni, ma non si può aspettare quasi due ore per mangiare! Intanto fuori diluvia, con alcune pause, che sono quelle di cui vorremmo approfittare per tornare in hotel, chiediamo il conto, certo ma fra quanto arriverà? Io ed Arianna ci incamminiamo, inizia a piovere, inizio a correre e chiaramente non capisco manco più dove mi trovo, supero la strada in cui dovevamo girare, con Arianna che invece ha capito e mi urla, compatendomi, di tornare indietro, va beh,  ma qui è tutto talmente buio!!

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