Arrivati al parcheggio troviamo parecchie persone che, malati di mente quanto noi, hanno pensato di partire a quest’ora e quindi fila pazzesca e rissa per prendere la navette che ci porteranno in aeroporto.
Come al solito a Bergamo, nonostante la montagna di gente, la fila scorre abbastanza velocemente per cui facciamo colazione con calma e puntualmente ci imbarchiamo.
Peccato che poi partiamo con 45 minuti di ritardo, che a questo punto se me li dormivo era meglio!!
Il volo è segnato da parecchie turbolenze ma arriviamo sani e salvi. Seconda colazione, perché non sono solo io con la mia normale fame atavica da viaggio, questa volta anche i miei compagni sono affamati.
Ci dirigiamo poi alla metro, file da paura alle macchinette, ma soprattutto non riusciamo a capire che biglietto dobbiamo prendere, c’è una bellissima cartina dove, tutti gasati dalla nostra bravura, identifichiamo la nostra zona che è C1 , quando però arriviamo alla macchinetta, la C non esiste proprio, abbiamo una serie di Z, e adesso? Dagli uomini parte subito la proposta taxi e questa volta, esasperata da questa tecnologia avversa, accetto subito. In una ventina di minuti siamo al nostro hotel, Oporto City Flats - Casa de Picaria, superiamo la prova del 9, ossia l’inserimento del codice numerico per entrare e trovo questa
Ci sono dentro le nostre chiavi e le istruzioni per domani per la colazione. La camera e molto carina
Però i caloriferi sono ghiacciati, decidiamo quindi di andare alla reception, che si trova in un altro luogo, la ragazza ci fa capire che , molto banalmente, se non giriamo le valvole sarà difficile che avremo caldo, a me pare fossero al massimo, ma siccome non sono sicura...ok ci proveremo. Iniziamo quindi il nostro giro.
La prima tappa è la splendida stazione di Sao Bento, costruita nel IX secolo sui resti dell'omonimo convento, con i suoi splendidi azulejos
LA CHIESA DI SANT'ILDEFONSO |
IL MUNICIPIO |
CHIESA DI CARMO |
Non si può andare a Porto e non visitare la famosa libreria Lello, resa famosa dalla saga di Harry Potter, pare infatti che l'autrice si sia ispirata a questa scalinata per quelle inserite nei suoi libri.
Bella ma davvero troppo affollata, in alcuni punti non si riusciva a camminare, e a noi è andata anche abbastanza bene, non abbiamo fatta la fila che è toccata a chi è arrivato poco dopo di noi.
L'ingresso si paga. si può però convertirlo come buono per comprare un libro.
Per il pranzo non posso che consigliare questo posto, noi ci siamo andati due volte
Abbiamo mangiato un pollo squisito e speso pochissimo, non perdetevelo.
Proseguiamo il giro e finiamo nel famoso negozio di sardine
Ci fermiamo poi nella piazza del comune a comprare i biglietti per il bus turistico, domani faremo il giro con quello, e prima di rientrare, per nulla preoccupati dei caloriferi freddi, ci dirigiamo alla Laiteria per una merenda a base di Eclair, una bontà.
Ci sediamo e...la pazienza però ha un limite ed il nostro essere italiani, forse più che altro milanesi, non tarda a saltar fuori, vediamo la nostra ordinazione pronta e nessuno ce la porta, tempo zero ci alziamo e ce la prendiamo.
Dopo poco il povero cameriere si guarda in giro, disperato, alla ricerca della sua ordinazione, noi ovviamente facciamo gli gnorri. Paghiamo 9,90 e andiamo in hotel.
E...fa un freddo cane , le valvole sono al massimo ma nulla, mi faccio coraggio e chiamo la tipa, dopo 29 minuti in cui rimaniamo con le porte aperte, perché fa decisamente meno freddo fuori che dentro, arriva questa ragazza, controlla i nostri caloriferi, va giù in caldaia, la alza e dice che tornerà tra 20 minuti a controllare, fiduciosa, lei, che i caloriferi partiranno.
Ne passano 10 di minuti e un iceberg è sicuramente più caldo del nostro calorifero, passano 45 minuti, basta richiamo. Risponde un’altra, le spiego il tutto e mi dice che manderà qualcuno.
Dopo altri 15 minuti, in cui gli uomini si calano nei panni dei meglio termo tecnici, cercando di scardinare la porta della caldaia per vedere se riescono a ripararla, considerato che alla 19 la reception chiude, io e Laura usciamo per andare a lamentarci di persona.
Spiego alla ragazza di turno, meglio che posso, considerato che mica lo parlo il portoghese, che siamo in camera con il giubbotto, pare capire e mentre ci affrettiamo a tornare, anche perché sta iniziando a piovere, Marco chiama e dice che la tipa è tornata ed è al telefono con qualcuno, io mi affretto a raccomandare : “Non fatela andare via, o ci sistemano da un’altra parte o trovano una soluzione".
Questa parla e riparla al telefono, esegue varie manovre, ma la caldaia non parte, mette giù ed esordisce con un “ Adesso vado...” Ma tu lo sai che stai rischiando di morire molto giovane ? Tipo adesso?
Appena percepisce il nostro istinto omicida, si affretta a precisare che va a prendere i termosifoni portatili. Ah ecco!
Risaliamo quindi al piano e Marco, molto tranquillamente, chiude la porta della nostra camera, lo guardo e urlo ;
“Cosa hai fatto ? “
Mi guarda allibito e pare non capire, e io mi chiedo : ma perché oggi mi costringono ad uccidere qualcuno?
Cercando di non mettermi a piangere gli spiego : “La chiave è dentro, così come il mio cellulare, dove ho il numero per chiamare la tipa, che sta chiudendo l'ufficio. Ma come ti è venuto?”
“Non lo so, volevo che non uscisse il caldo “
“Ma quale caldo, dentro si gela ?”
“Ok non lo so!”
A questo punto prima tentiamo con la carta di Tigotà di scassinare la porta, inutile dire senza alcun successo, queste cose succedono solo nei film, poi gli viene in mente che tanto ormai sanno dove si trova tutto in questa casa, per cui mentre Laura si è già vestita per correre alla reception prima che chiuda, Marco arriva con il passpartout. E questa è risolta.
Il problema della caldaia no e la paura è : se queste non tornano??
Per cui chiamo mio papà, che fa fare ai novelli termo tecnici delle prove, una delle quali prevede di provare a scaricare l'acqua dalla caldaia, a questo punto ritengo opportuno fare il palo, per cui riesco a dare l'allarme per tempo, e con molta indifferenza chiudiamo e nascondiamo tutto.
Ricevuti i nostri termosifoni ci rassicurano che domani arriverà il tecnico, speriamo.
Usciamo che piove e andiamo da McDonald, lasciando i caloriferi elettrici al massimo sperando di non incendiare tutto.
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